lunedì 27 marzo 2017

Dress Code & Social Dance anni Venti: trucchi e consigli

Ogni stile di ballo ha le sue peculiarità. 
Prendiamo ad esempio gli eventi dove si suona il jazz classico, ritmi rapidi adatti al charleston. Può avvenire all'interno di feste a tema o ricostruzioni di un certo spessore storico, o anche semplicemente in una serata sociale. 

Premetto che se voleste ricostruire fedelmente l’abbigliamento di quegli anni, dovreste dedicarvi allo studio  di moltissimi dettagli, dai tessuti, la foggia originale, i colori, i bottoni, e così via (vedi a questo proposito il ricco sito Vintage Dancer); se invece volete limitarvi a una ricostruzione simbolica, così come usa nelle feste a tema, oltre che negli eventi di ballo sociale, sono suggeriti alcuni accorgimenti che vi potranno essere utili per non cadere  nel kitsch.


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Immagine tratta da The Artist, 2011, Michel Hazanavicius

Potreste iniziare con lo sfogliare le immagini di quegli anni, dove il film muto  in bianco e nero regalava ritratti suggestivi fatte di atteggiamenti e sospiri e cercare il vostro mood.

Le icone: Clara Bow, simbolo dell’età del jazz, Mary Pickford, prima attrice del film muto,  Joan Crawford  e Anita Page,  insieme nelle  Le nostre sorelle di danza,  Jinger Rogers, nella famosa scena di charleston in  Roxie Hart, Louis Brook, che debuttò come ballerina nelle famose Ziegfield Follies, Marlene Dietrich, la “femmina fatale” molto spesso fotografata in eleganti  abiti maschili, nonché le stiliste che hanno fatto epoca, prima di tutte Chanel.
Per gli uomini per citarne alcuni potreste ispirarvi a  Douglas Fairbanks, Rodolfo Valentino, Tom Mix, Buster Kiton, lo stesso Charlie Chaplin elegantissimo fuori dalle scene.

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Charlie Chaplin 1920


Sintetizzando in pochi punti una rivisitazione di un’epoca che ha cambiato definitivamente il modo soprattutto femminile di vestirsi,  posso consigliare alcuni dettagli importanti per rendere la “modernità vintage” più accurata.

Per le dame è bene non concentrarsi esclusivamente sul cliché frange, boa e piuma. L'abito può essere anche di fattura molto  semplice, di linea dritta o a sacco, basta che non sia aderente o stretto in vita, possibilmente senza bottoni, con scollo a barchetta o comunque ampio senza essere scollato. Si può usare una semplice fusciacca sui fianchi o  una cintura che riprenda l’abbondanza di decorazioni argento oro o di perle di quegli anni. La schiena nuda va bene. La lunghezza va un po’ a gusto personale e dipende anche dall'età. Ottimo un vestitino leggero in chiffon e poi un solo dettaglio anni venti, come la pettinatura o un ricco fermaglio. Attenzione ai vestiti con frange di fattura un po’ dozzinale che poco si adattano alle elaborate creazioni da sera di quegli anni. Lo stesso vale per gli accessori, le piccole borse, i gioielli e decorazioni per la testa.

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La prima immagine riprende il caschetto decorato da fiori  di Louise Brook



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La seconda immagine riprende l’idea del turbante, un classico dell'epoca da Doris Kanyon a Greta Garbo

Per esempio la fascetta con la piccola piuma un po' troppo sfruttata,  non rappresenta la realtà elaborata ricca e luminosa delle feste di quegli anni. Piuttosto un bel fermacapelli o una fascia di seta con gioiello, da abbinare a una pettinatura retrò fatta di piccole onde (finger curls) o un caschetto diritto con la frangia alla Louis Brook.
Il trucco drammatico di quegli anni può essere ripreso però senza esagerare in pallore e in fumé.





Louis "Lepke" Buchalter (left) and Brooklyn Assitant DA Burton Turkus | 1930's Gangsters | Pinterest | To the, The o'jays and Brooklyn
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Gilbert Burleigh, left, and Joseph Delaney were labelled ‘hotel barbers’ in this 1920 picture. That refers to someone who checks into a hotel and robs fellow patrons


Per gli uomini nell’immaginario il gessato sembra una classico, stile Al Capone, oppure  la camicia a righe con colletto bianco, bretelle e paglietta o panama. Va bene, però attenzione a non trasformarvi in una maschera carnevalesca.


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E’ consigliabile a seconda della formalità dell’evento,  un completo con gilet, un po’ più chiaro, anche in maglia, calzoni molto larghi  larghi (Oxford bags)  a vita alta oppure a sigaretta. La cravatta, foulard  o il papillon non per forza nero (colore, insieme al bianco, che veniva  abbinato con il Tuxedo, o comunque a un vestito formale), ma anche di colori accesi o fantasia, abbinati se si è in giacca, alla pochette. Guanti, cappelli a larghe tese tipo panama e fedora,  bastone, baffi impomatati etc. forse li riserverei a ricostruzioni storiche lontane dal social dance. 


In alternativa calzoni e bretelle, possibilmente coi bottoni su una camicia con colletto rotondo o a punta e un basco. Carina anche la paglietta da uomo (boater), ma meglio una bella pettinatura, alla Rodolfo Valentino, con taglio impeccabile,  che una paglietta di fattura scadente.

Per le scarpe se bisogna ballare l’essenziale è che siano comode. Per le dame a tacco basso o medio, con laccetto sul collo del piede o incrociate; per i ragazzi la classica scarpa da uomo tipo Oxford, se si ha,  bicolore.
Va ricordato infine che nel social dance non si rispettano le versioni sera/giorno.
E’ possibile indossare di sera capi che negli anni venti erano riservati al giorno, come il basco o la cloche. Per le ragazze i calzoni, introdotti da Chanel, sia sportivi, larghi e maschili, che eleganti  di foggia larga (beach pajama), possono rendere l’effetti flapper forse anche meglio del classico vestitino con le frange.



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Ultima raccomandazione: se l’evento è prevalentemente di ballo, attenzione alle collane, alle sciarpe, alle bretelle, insomma a tutto ciò che può essere poco pratico se non perfino pericoloso.




Buona settimana buon ballo e arrivederci al prossimo lunedì con gli anni Cinquanta!

Link:
Storia del costume collezioni originali
1915-1922
http://www.abitiantichi.it/storia/1915-1922.html
1920-1930
http://www.abitiantichi.it/collezione/coll1920-30.html
http://www.furinsider.com/ascot-update-fashion-police-raid-ladies-day-at-ascot/
http://stylegirlfriend.com/wear-it-well-mens-hats/










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