domenica 6 luglio 2014

Il Charleston





Il Charleston è uno stile musicale jazzistico risalente agli anni venti; trova il suo apice negli anni appena prima della grande depressione americana e finisce subito dopo il crollo della borsa del ’29. Partecipa all'evoluzione del rag time e del jazz, che nacquero e si diffusero già dalla fine dell’Ottocento e culminando in quella che venne definita “l’età del Jazz”.

Per tutti ascoltiamo The Charleston di James P. Johnson del 1925 (nell'immagine di copertina Josephine Baker).




Il momento d'oro del Charleston bruciò e finì presto, ma sia la sua musica che il ballo associato, attraversarono la storia ed è tuttora (un po’ come il twist) conosciuto da tutte le generazioni del continente sia europeo che americano.


Per chi vuole imparare da solo: 6 lezioni di charleston!

Oltre al ballo Charleston che si abbina alla musica, negli anni venti si ballavano sugli stessi ritmi, altre
danze simili, come lo Shimmy e il Black Bottom, che avevano come caratteristica la  posizione aperta e separata, e i  movimenti delle articolazioni, che erano veramente innovativi e profondamente diversi dagli stili di danza, popolare o standard ballata a quell’epoca.

Il 1920 era il periodo delle flappers,le ragazze “agitate” del 1900, che “agitavano” le mani e ballavano come degli uccelli: emancipate, ballavano sole, giravano in automobile, si truccavano in pubblico e osavano...

Le flappers e il loro ballo, il Charleston, non si possono assimilare al movimento femminista delle suffragette (che in Inghilterra portò il suffragio femminile nel 1918); infatti mentre questo movimento era decisamente orientato politicamente e socialmente, le maschiette di Coco Chanel erano fondalmentalmente delle ragazze "alla moda".

Ciò nonostante le flapper e la loro maggiore rappresentante, la ballerina e attrice Louis Brook, rispecchia la progressiva emancipazione femminile.

Il ruolo della donna e le sue mode erano infatti lo specchio del cambiamento economico e sociale successivo alle guerre frutto anche della partecipazione femminile al lavoro durante i conflitti.



Nell'immagine Louis Brook (1906 -1985)

Dalla musica Charleston (omonimo paese della Carolina del Sud) nasce questo ballo che sembra risalire ai dopolavoro del porto della attiva cittadina, e ai movimenti degli scaricatori. Un ballo spontaneo quindi, di strada, dei lavoratori afroamericani, come più o meno tutte le prime performance legate alla musica jazz.

Molto interessante questo filmato creato da Sharon Davis, una eccezionale ballerina (oltre che insegnante) di Charleston di origine australiana.



L’emblema del Charleston fu Josephine Baker (1906-1975), ragazza meticcia naturalizzata francese, che portò i movimenti tribali delle danze africane su tutti i palcoscenici americani e europei (dalle Ziegfild Follies di New York al famoso il Théâtre des Champs-Eliséees di Parigi). Nel suo stile originale di ballo si ritrovano elementi  tribali uniti alle movenze dei primi spettacoli di Vaudeville afroamericani e bianchi.


Altri eccezionali ballerini di Charleston furono Al Minns e Leon James (Whitey's Lindy Hoppers), interpreti dei movimenti più legati al lindy charleston e al lindy hop, e furono le loro coreografie, riportate nella filmografia dell’epoca, che tramandarono nella storia i più importanti movimenti di quello che si definisce l’Authentic Jazz o Jazz vernacolare. Più che sul genere musicale charleston i grandi ballerini interpretano l’hot jazz e il dixieland, ovvero, scusandomi per la semplificazione, quel genere jazz che precedette lo swing.


Infine va considerato il Charleston cosiddetto americano e di coppia. Tale stile si può definire un accomodamento dello stile selvaggio della Baker al fox composto più di stampo bianco. Ed è proprio questo stile di ballo, che coincide coll’euforia precedente alla grande depressione che occupa l’immaginario collettivo, abbinando il Charleston alle atmosfere americane del Grande Gatsby.

Dal film: Il grande Gatsby,  (The Great Gatsby)  2013, Baz Luhrmann



In Italia il fenomeno americano, e quindi anche il Charleston, arriva con le guerre.

Famosa la canzoncina Lola cosa impari a scuola (1951), cantata dal Duo Fasano che è la versione italiana di Yes Sir, that's my baby (1925), in cui, metaforicamente, si racconta che il Charleston fece in Italia più stragi della famosa epidemia influenzale “La Spagnola” del 1918.

Elena, Valentina, Irene, Paola e Valentina di Nonsolocharleston A.S.D.




Attualmente questo ballo è tornato di moda a Milano e all'interno della cornice della "Swing Mania" che ha di nuovo contagiato il mondo. Ma ancora prima molti di questi movimenti furono tramandati da grandi interpreti come Fred Astaire e Ginger Roger e ripresi da i nostri giovani di strada in balli assolutamente moderni come l'Hip Hop e il Funky Jazz, di cui di seguito un bellissimo esempio:






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Ecco un elenco dei passi base di Charleston e di Authentic Jazz.



SOLOCHARLESTON
Basic Charleston footwork
Cross kick
Freeze
Arm swing and variations
Double kicks  e Big swing
Coming forward
Double back tap
Scarecrew
Crawl to the side
Knees illusion (o bees knees)
Pushes and knee slaps
Around the world
Shoe shine
Entrata in popey legs


AUTHENTIC JAZZ
Apple jacks
Boogie Back
Boogie Forward
Boogie Drops
Box Steps
Cakewalk
Crazy legs
Fall o f the log
Fish tails
Half break
Hipswings ,Messaround, Rusty Dusty
Ice skating
Pecks
Rocks
Slip Slop
Shorty george 
Suzy Q
Takie Annie


 Per approfondimenti vedi anche:

"Hot Jazz" di Giorgio Lombardi (Daniela Piazza Editore)
"La storia dei balli", , Simona GriggioMilano, Edizioni Sipiel S.r.l., 1995.
Le danze swing, Paola Bruno, FIPD

giovedì 3 luglio 2014

SHIM SHAM

Per chi si affacciasse ora sul piccolo grande modo degli swingers, un piccolo riassunto su una coreografia importante: lo shim sham.



Frankie Manning - l'Ambasciatore del Lindy hop


Lo Shim sham shimmy è un ballo in linea che ci riporta alla radici del ballo swing

Infatti sembra che lo Shimmy fosse una danza del 1920, che assomigliava alla Rumba spagnola, dove ci si muoveva come avendo della gelatina sotto i piedi. Fu reso popolare da Gilda Grey che lo ballò nel 1922 nelle Ziegfield Follies di Brodway.

Questo genere di balli-spettacolo, provenivano dai Vaudeville, cioè dai teatri di “varietà” urbani dei primi del 900; in queste occasioni veniva ballato associando diverse sequenze, ma senza ordine predefinito.

Fu merito di Willie Bryant e Leonard Reed, ballerini di Tap Dance, che in uno spettacolo verso la fine del 1900 crearono la forma coreografica che esiste tutt’ora.


Inizialmente lo Shim Sham poteva essere ballato da solo o in coppia, e quando si faceva in gruppo, i ballerini erano uniti per le braccia.

Essendo una coreografia di Tap Dance, venne poi adattata ai movimenti dei Lindy Hoppers.

Negli Stati Uniti già dalla fine degli anni '20, al termine di numerosi spettacoli, tutti, musicisti, cantanti e ballerini, si riunivano sul palco per ballare tutti insieme balli come lo Shim Sham


Lo spettacolo terminava con l'invito a tutti a partecipare al ballo. 
Questo modo di ballare tutti insieme si ampliò e arrivò alla strada, dove si ballavano nel 1931 danze collettive, all'epoca della Grande Depressione. Sembra che l’HullyGally, il Madison (del 1940) e i Balli di gruppo degli anni sessanta abbiano preso come riferimento proprio lo Shim Sham!!

Ogni ballerino di swing che si rispetti deve conoscere lo shim sham shimmy. Si balla almeno una volta nei locali e sempre nei raduni per strada.

Nel mondo esistono diverse versioni della routine. La versione tradizionale ballata nei locali ci è stata insegnata da Frankie Manning, ma famosa è anche la versione di Al Minns e Leon James detta “Savoy Shim Sham" e quella di Dean Collins.

Le musiche su cui è ballata possono essere diverse:
Bar Rif Instrumental che è l’originale di Leonard Reed, a più velocità


Queste le altre musiche utilizzate:
Tuxedo Junction - Erskine Hawkins
Tain't What You Do - Jimmy Lunceford
The Shim Sham Song - Bill Elliott Swing Orchestra/Bill's Lucky Stars

Lo schema dei passi:
Ci sono sei figure, ognuna prende 4 cori da otto bit. Si inizia sul numero 8! Le figure dall’1 al 4 si ripetono, fermandosi sui break. Dopo Shorty george si balla in libertà.

Per convenzione se qualcuno (il dj o un capogruppo) urla “Freeze” ci si deve bloccare, mentre alla chiamata “Slow motion” si deve rallentare!!
1: Right Shim Sham | Left Shim Sham | Right Shim Sham | SHIM SHAM BREAK
2: Crossover Right | Crossover Left | Crossover Right | Double Cross
3: Tack Annie | Tack Annie | Tack Annie | SHIM SHAM BREAK
4: Half Breaks | SHIM SHAM BREAK | Half Breaks | SHIM SHAM BREAK
5: Kick Boogie Back | Boogie Forward | Kick Bookie Back | Boogie Forward
6: Jump Boogie Back | Shorty George | Jump Boogie Back | Shorty George


Per accedere a un semplice tutorial (abbinato alla versione Tap interpretata da Enza Giammona:









BALERA DELL'ORTICA

luglio 2013 


Le origini di questo locale milanese, la Balera dell'Ortica,  sono da ricercare nella vecchia  stazione di Lambrate che risale al 1873. La stazione, ovviamente inutilizzata, è ancor oggi esistente, a lato del Cavalcavia Buccari.





Il Fabbricato Viaggiatori era utilizzato anche come Circolo Ricreativo, o Dopo Lavoro Ferroviario.


Il  Dopo Lavoro Ferroviario era un luogo di aggregazione, non solo per i dipendenti delle ferrovie:  luogo di ballo per i cittadini, bocciofila, spazio sociale.
Si ballava esclusivamente il liscio. Le bocciofile erano uno degli elementi attorno a cui girava la socialità urbana.



Dopo 15 anni di silenzio nel 2012 grazie alla famiglia Di Furia, che prende in gestione gli spazi, la Balera riapre i cancelli.





Il ballo è il filo conduttore, rispettando la bocciofila interna e l'idea del Circolo. 
La novità è la trattoria, gestita da mamma Rita Di Furia.


Le sorelle Marina e Veronica Di Furia intraprendono iniziative giovanili come il Garage Market.

Tali iniziative, più la deliziosa accoglienza dei "vecchi boogiesti", storici ballerini milanesi,  avvicinano un pubblico giovane e moderno alla clientela più storica. 



Papa Antonio di Furia consolida infatti una clientela tradizionale, legata al mondo del liscio e del boogie woogie milanese, che dal dopoguerra anima le balere di Milano e dintorni.


Così sulla pista della Balera, nelle serate di boogie woogie, (solo per citarne alcuni)  troviamo personaggi come "Il pirata" dall'inconfondibile copricapo, Cochise (come il capo della tribù apache) per i lunghi capelli corvini che portava negli anni settanta, Cesare, gentiluomo d'altri tempi, che non manca di farti ballare con garbo e gentilezza, e il mitico Damiano, galante e intramontabile dongiovanni.




Sulla pista abbiamo veramente una eterogeneità di persone, con un comune denominatore: si divertono tutti, spensiaratamente. Dimentichi i pensieri, dimentichi l'età, dimentichi le lezioni di ballo e tutto quello che ci gira attorno e  semplicemente ti godi la serata estiva. 





Descrizione tecnica:
Info e prenotazione dopo le ore 14.00: Telefono fisso 0270128680 -
Entrata: dai 7 ai 10 euro compreso di consumazione
Prenotazione: consigliabile per la cena 
Cena a menu fisso: 20 euro in pista da ballo
Pavimento: perfettamente liscio
Scarpe consigliate: gomma 
Consigli: portare l'autan