domenica 3 settembre 2017

La danza in evoluzione, la val di Fassa e me

Quest'anno sono tornata in Val di Fassa dopo circa quindici anni. Più o meno il tempo che ballo swing.
La Val di Fassa l'avevo lasciata perché stava cambiando. Troppi impianti di risalita, parchi giochi ad alta quota, confusione per le strade. E nessuno che sfalciasse più l'erba. Era una questione di orgoglio: i miei ricordi non coincidevano più con la realtà perché la realtà stava cambiando.




Io non so se la realtà di adesso sia migliore o peggiore di quella di una volta. Il mio cuore rimbalza tra il vecchio e il nuovo. I ricordi fatti di scarponi, vecchi sci, montanari chiusi e diffidenti e la tecnologica pittoresca efficiente accoglienza di adesso.




 

Che cosa c'entra col ballo? C'entra. C'entra perché l'orgoglio, la presunzione che i propri ricordi siano i migliori a volte rende diffidenti, ostili e estranei, si creano delle isole di cultura, si abbattono i ponti.




Insomma le montagne sono sempre lì e i colchici fioriscono ancora a settembre e quindi è giusto: quando le cose meritano bisogna allargare le strade e segnare bene i sentieri; e se nel far questo c'è un prezzo da pagare, è comunque vero che ognuno è libero di scegliere il proprio "stile"; perché i "ricordi" non hanno un peso diverso sulla linea del tempo. Valgono tutti allo stesso modo.


This is a social dance a social dance
and everybody should have a chance
so triple step, position change
but check before no one is in the range
This is a social dance a social dance
Where everybody can have a chance
So grab her hand and give it a go
Because your level is never too low
(Giovanni Nava)









Nessun commento:

Posta un commento