Parlo della fine degli anni Novanta, a Milano, quando il ballo era poca cosa. Il ballo in generale era poca cosa ma a maggior ragione il ballo di coppia , quello dove ci si prende per mano, si invita e si sta abbracciati e proprio quel genere di ballo, che era stato tanto in voga nell'altro secolo, si era come progressivamente rimpicciolito passando dai locali di prima della guerra, con le orchestre e le belle piste da ballo lucide, ai piccoli caveaux tipo il Santa Tecla post fascisti, dove ci si dimenava fumando e ascoltando il jazz, e poi praticamente più nulla. Immagine di repertorio. Credit: https://stockcake.com/ Anche questi piccoli templi della musica sperimentale sparirono, anche se io ricordo bene l'ultimo sopravvissuto, l'Ittolittos di via Olgiati 25, e al loro posto subentrarono i juke box e le disco degli anni settanta e poi quelle più fashion degli anni 2000. Ma del ballo di coppia e della musica dal vivo non se ne parlò propri...
Capitolo primo Era il 2009 e avevo cinquantun anni. Vivevo a Milano con tre dei miei cinque figli. La minore aveva undici anni e il maggiore venti. Loro ancora non lo sapevano ma sarebbero presto entrati in questa storia. Non ricordo bene come mi sentissi a quei tempi, diciamo che ero abbastanza distratta e piuttosto indaffarata. Ero scappata a gambe levate dalla mia vita precedente, sposa, lavoratrice e madre, dopo un intervento alla parotide, che è una ghiandola che si trova sul collo sotto la mandibola. Per toglierla bisogna fare un lungo taglio e, a volte, è necessario recidere il nervo facciale. Ancora agli inizi del 2000 non si parlava di tumore a voce alta, si sussurrava di “brutto male” ma al di là dei tempi e del sostegno sociale o familiare che una persona può ricevere in una simile situazione, immagino che l’idea di avere un tale malanno in più al viso, possa dare a tutti uno scossone notevole. Il mio fu uno scossone propulsivo che mi sparò lontano come la do...
E’ incredibile come ti cambia la vita una passione , soprattutto una passione che ti fa uscire di casa. Non intendo dire che ci siano passioni più o meno valide, sono tutte valide, le passioni, e chi ne soffre è fortunatə, a prescindere, ma se ne hai una lontana dalla routine domestica, allora sei ancora più fortunatə. Immagine di repertorio A volte queste passioni arrivano talmente nel profondo da darti l’illusione di essere la cosa più vera della tua vita e che tutto il resto sia solo uno strumento per arrivare a quel momento, il momento in cui te ne esci di casa e ti senti lə vera te stessə. Questo discorso non vale per me e quellə come me, no certo, noi ragazzə razionali e poco indulgenti, cresciutə in un’ottica tra il cattolico e il calvinista, bloccatə tra figli, produzione e organizzazione, ma per molti altri, molte altre persone sì, persone che sognano, falsificano e ci credono, forse anche troppo, alle loro passioni risvegliate in brevi pause di vita. Balera del...
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