lunedì 25 settembre 2017

BoogieWoogie versus Rockabilly: il sorpasso

Lombardia  anni Cinquanta, arriva il  boogie woogie: il ballo simbolo, che dallo swing delle grandi orchestre, al rhythm and blues, al country approda al rock and roll e finisce (ahimé) sui ritmi anni Settanta.
Emilia anni Novanta, arriva il  rockabilly, una cultura che nasce nel sud, si ricolloca nel nord e fissa un unico denominatore comune: la musica.
Il ballo, il jive c'è ma è marginale. Arriva dopo.


Miti ed eroi fuori dalla linea del tempo
Storie diverse che io leggo così: nel boogie vedo una generazione antica, nel rockabilly una generazione vintage. La differenza è questa sacca temporale che anima i "revival": se c'è il fenomeno diventa "cool", si arricchisce dell'impossibile.

"Al pari di New Orleans anche Menphis è terribilmente offuscata da miti e leggende. I visitatori arrivano da tutto il mondo in cerca di qualcosa che non c'è più.[...] Dal ciuffo perfettamente impomatato, all'accendino Zippo e alla sigaretta dietro all'orecchio, il giapponese è affascinato e soggiogato da un concetto di cool vecchio di trent'anni."

da Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato, pg. 318

In Lombardia negli anni Novanta (mentre crescono le discoteche per gli adolescenti)  il rockabilly riemerge come "revival" di nicchia; invece nelle balere, le classiche piste da ballo così italiane, il boogie woogie continua e si evolve in competizione. Diventa sport, e i boogiesti si esibiscono con tutine luccicanti alla Superman insieme ai ballerini di liscio.



The Boogie Woogie Bugle Boy of Company “B”

Il rockabilly invece mantiene bene le distanze dalle "modernità", con le sue  icone legate a vecchi miti e sotto il collante del rock'n' roll, ce n'è un po' per tutti i gusti: dai conservatori da vecchio west, fino al fetish di certe icone pin-up.


Bettie Page

Ma torniamo a quello che sta succedendo oggi: oggi, fenomeni come il Twist and Shout, hanno portato a una ennesima rapida metamorfosi. Hanno preso la magica polverina vintage e l'hanno sparsa sugli adolescenti,  creando una alternativa "sana" alle discoteche e da qui hanno reso "social" uno stile di ballo come il rockabillyJive.



Ma il rockabilly resiste e nonostante la "massificazione" riesce comunque a tagliarsi uno spazio suo, un ambiente "sofisticato", fatto di luoghi piccoli e particolari di rilievo.


Bullfrog Barber Shop


E per quanto riguarda il ballo e i suoi corsi, mi rendo conto che il rockabilly jive, facile, colorato, che ricorda i fumetti (cosa c'è di più vintage dei fumetti...) va forte, e fa concorrenza coi numeri, al boogie woogie e alle sue championship da brivido.

Veloce da imparare, facile da identificare, non più chiuso, il rockabilly è decisamente alla portata di tutti.
Che dite milanesi, boogiesti da sempre, il 2018 sarà l'anno del sorpasso?



Credit:
https://drgrobsanimationreview.com/2015/10/21/the-boogie-woogie-bugle-boy-of-company-b/
http://www.virginradio.it/gallery/178677/Bettie-Page--le-foto-piu.html
http://www.lastampa.it/2008/12/12/spettacoli/addio-a-bettie-page-la-regina-pinup-zcF1OAT2IXT9svgS2r7pTO/pagina.html

lunedì 18 settembre 2017

Accessori per il ballo: a ogni stile la sua scarpa

 "...ma come mi vesto a lezione e che scarpe metto?"





Lindy hop
 e Shag


Marca: Keds, reperibile on line (Amazon) o anche nei negozi.

Modello: Keds - Sneaker Champion CVO
Costo: dipende dalle offerte e dal numero , dai 15,00 euro







Rockabilly Jive

Marca: All Stars, reperibile on line (Amazon) e nei negozi

Modello: Converse, varie personalizzazione
Costi: dai 28,00 euro circa in su, a seconda delle serie








Country

Marca: Converse

Modello: Converse Dallas Cowboy, reperibile nei negozi o on-line
Costo: dipende dalla personalizzazione, dai 60,00 euro circa in su.






Boogie woogie


Marca: TOMS (Filosofia One for One)

Modello: Canvas Classic, disponibili on-line, anche Amazon
Costo: circa 18,00 euro







Accessori indispensabili:

1) Pulizia: Per pulire e profumare le scarpe (fuori e anche dentro) consiglio le salviette disinfettate (ottime quelle degli amici a quattro zampe profumate alll'aloe o al borotalco).


2) Antishock: Per evitare di farsi male, soprattutto nei balli vivaci come Shag e Boogie woogie (ottime quelle di Decathlon).


3) Antistrappo: Indispensabili per "salvare" le ginocchia quando si twista serve la "bufalina"  da attaccare sotto la suola. Per la bufalina meglio un calzolaio, costo dai 15 ai 30 euro.





Credit:
http://www.italianways.com/pubblicita-ruote-e-fantasia/
E-bay

domenica 3 settembre 2017

La danza in evoluzione, la val di Fassa e me

Quest'anno sono tornata in Val di Fassa dopo circa quindici anni. Più o meno il tempo che ballo swing.
La Val di Fassa l'avevo lasciata perché stava cambiando. Troppi impianti di risalita, parchi giochi ad alta quota, confusione per le strade. E nessuno che sfalciasse più l'erba. Era una questione di orgoglio: i miei ricordi non coincidevano più con la realtà perché la realtà stava cambiando.




Io non so se la realtà di adesso sia migliore o peggiore di quella di una volta. Il mio cuore rimbalza tra il vecchio e il nuovo. I ricordi fatti di scarponi, vecchi sci, montanari chiusi e diffidenti e la tecnologica pittoresca efficiente accoglienza di adesso.




 

Che cosa c'entra col ballo? C'entra. C'entra perché l'orgoglio, la presunzione che i propri ricordi siano i migliori a volte rende diffidenti, ostili e estranei, si creano delle isole di cultura, si abbattono i ponti.




Insomma le montagne sono sempre lì e i colchici fioriscono ancora a settembre e quindi è giusto: quando le cose meritano bisogna allargare le strade e segnare bene i sentieri; e se nel far questo c'è un prezzo da pagare, è comunque vero che ognuno è libero di scegliere il proprio "stile"; perché i "ricordi" non hanno un peso diverso sulla linea del tempo. Valgono tutti allo stesso modo.


This is a social dance a social dance
and everybody should have a chance
so triple step, position change
but check before no one is in the range
This is a social dance a social dance
Where everybody can have a chance
So grab her hand and give it a go
Because your level is never too low
(Giovanni Nava)









mercoledì 23 agosto 2017

VINTAGE MOOD: abito vintage su misura

Per gli appassionati di stile retrò (e di balli vintage), in questo post vi spiego come mi diverto a creare dei capi unici senza spendere troppo!
Molti negozi lo propongono, il vintage style, sia grandi magazzini che i negozi specializzati.
Per quanto mi riguarda, pur ammirando lo stile fuori dal tempo del secolo scorso, non amo i capi usati. Spesso sono troppo delicati e, a dirla tutta, mi fa un po' effetto indossare l'abito di qualcun altro.
Oltre a questo, confesso che non sono neanche un'amante dei grandi magazzini e del prét-à-poter. Mi piacciono i capi originali, pensati su di me o su chi li deve portare.

I ballerini che vedete in queste foto indossano degli abiti che ho creato per l'occasione, tipo festival, spettacoli o semplici serate di social swing dance.



 


Rassicuratevi, non dovete imparare a cucure! 

Ecco come faccio.

STEP N. 1

Prima cosa. A tempo perso mi sparo un po' di video storici, foto e immagini a tema anni Venti, Trenta, Quaranta o Cinquanta e mi faccio un'idea (vedi i miei post precedenti, tipo Dress code e social dance!

STEP N. 2

Esploro i cartamodelli d'epoca (Pinterest ne è ricco).




Notate le somiglianze?





STEP n. 3

Mi faccio un giro al mercato. 
Se amate i mercatini specializzati in vintage vanno benissimo, e lo stesso anche i negozi tipo Babet, Ambroeus, Humana Vintage, nonché tutte le feste da oratorio, beneficenza, e i Garage Market.
Io prima di tutto però mi faccio un bel giro al mercato, quello classico, con carrozzine e gente di tutti i colori e prezzi che sfiorano l'euro al pezzo (sempre più bassi per la crisi), ad esempio il mercato di viale Papiniano il sabato o quello di via Vespri Siciliani il mercoledì mattina, o anche  la bancarella indiana sotto casa...
Spesso con pochi euro (max dieci) trovo qualcosa che con un po' di fantasia è quasi perfetto.
Da qui semplicemente ispirandomi ai cartamodelli, lo faccio modificare. 





E' incredibile come sia più semplice per un sarto copiare o lavorare su un capo in stoffa reale, sia che vogliate solo modificarlo sia che vogliate copiarlo per rifarlo ex novo.

Spesa media per gli adattamenti venti euro di sartoria orientale.

STEP. n. 4
Se voglio una stoffa particolare, semplicemente più pregiata o se le modifiche sono così importanti, con il modello da pochi euro e il cartamodello, vado  in un negozio di stoffe. Mooolto importante che la persona al banco sia competente!!!



EmmePi Tessuti - Milano

Settimana scorsa ho fatto un po' di spese, poi vi farò vedere il risultato! 



Quello che ho speso per farmi confezionare tre capi
Le stoffe


Le idee che ho in mente



Step n. 5:

E infine vado dalla magica sarta cinese. La Cina ha una tradizione incredibile in sartoria e se trovate la persona giusta, vi farà un capo ex novo con poche decine di euro! 





 

E questo è tutto! Al prosimo post su capelli e fantasia!
:-)


domenica 13 agosto 2017

Swing adolescente



Sara oh Connor (Terminator 1984) è una super-donna, un'eroina: difende suo figlio (il mondo) lasciandoci una bella immagine di sé, su una jeep, spettinata e con le occhiaie, in compagnia di un mitra e di un pastore tedesco.
Insomma una combattente.
Ora va bene essere un guerriero.
Ma ...

L'altra sera un bel ragazzo, un ballerino, così simpatico, mi ha detto una cosa che mi è rimasta in mente; mi ha detto che lui era sicuro che di tutto il ballo la sua partner si sarebbe ricordata solo della volta in cui avesse sbagliato. Dell'errore. 


Ma no, ho pensato io... possibile? E sono rimasta lì. Senza parole.


Torniamo a Sara oh Connor, che non può sbagliare, e salutiamo chi a settembre vorrà iniziare un corso di ballo. Più o meno spontaneamente, più o meno colmo di ansie o aspettative.




Tutti lo dicono e io lo ripeto. Ci sono molti bei perché per iniziare a ballare 

E' bello mettersi in gioco.
Cambiare stile.
Sentire fame e sete dopo.
E' bello imparare.

Ma tornando alle eroine e agli eroi quotidiani e al mio amico ballerino. La cosa più bella nella danza sociale è che l'errore non fa danni e questo conforta. In un tempo senza tempo puoi essere vulnerabile, tornare adolescente, fidarti, dare la mano a uno sconosciuto e ballarci assieme nella certezza che l'errore fa parte del ballo e l'unica cosa che può fare è farlo crescere.

Questo è molto importante e sono certa che il mio amico ballerino parlava di palcoscenici, di performance, di esibizioni, e non di swing sociale

Quindi concludendo amici, va bene Sara oh Connor con gli anfibi ma non dimenticate l'incanto delle scarpette rosse.

Beginners welcome!





...

sabato 15 luglio 2017

Feel the beat: discorsi alcolici a notte fonda

Questa  settimana ho incontrato una persona, una persona che ha girato il mondo come insegnante di danza e che mi parlava e mentre mi parlava chiedeva ogni tanto una sigaretta, a me o a un altro che ci veniva vicino mentre stavamo sedute a un tavolino, fuori da un locale, dopo una serata, in una strada vecchia, come una volta, a Milano.

Zorba il greco (Zorba the Greek o anche Alexis Zorbas) , 1964.

Insomma lei chiedeva una sigaretta ma mentre la chiedeva mostrava una scatolina verde di latta, arruffata di cartine e meccanismo, e alzando la sua scatolina assicurava di avere il suo tabacco. 
Una stranezza, dico io, a cui si è aggiunto lo scambio di numero di telefono, scambio che ha richiesto un po’ di pazienza, perché gli ultimi numeri le uscivano solo in spagnolo, tutto aspirato, come una babelina numerica che prendesse vita da sé…

Confusione delle lingue, raffigurazione di Gustave Doré


E sempre lei, che è in Italia ormai da troppo tempo, non chiedetele da quanto perché vi risponde che non ha importanza perché è come se non ci fosse stata, a metà di una conversazione piuttosto alcolica sulla danza sociale, lei dice: “ma allora anche  tu sei di questa idea: la danza è una!” io la fisso e mi viene un po' da allargare gli occhi e lei sospira: “Io vivo per questo…” 
Mi fermo qui. Promesso. Niente altri discorsi strani.

Solo "Feel the beat", e non perché sia una frase nuova, ma perché avendolo sentito troppe volte, sempre con un leggero fastidio dentro, ora  forse grazie alla mia amica della scatolina di latta verde, ne ho capito il significato.
Questa è la mia idea, e non è per forza giusta né l’unica possibile, ma a mio avviso il “beat” non centra granché con la competenza musicale, ma ci riporta al primo unico semplice battito che ci accomuna e che trascende, con un po' di pazienza e di immaginazione, linguaggio e sigarette.


Ballare il lindy hop non vuole dire solo imparare i passi, perché questo ballo ha un approccio individualistico, creativo e flessibile. Viene dalla musica e come dice Norma Miller è il “beat” […] nella confusione perfetta del Ballo Sociale  le varie tradizioni hanno stili personali  e variazioni che possono essere incompatibili  con stili e passi di altre tradizioni… Quindi dal primo giorno le mie classi sviluppano  il lavoro in coppia, la flessibilità, l’adattabilità e l’improvvisazione per permettere di ballare  a proprio agio  con partner la cui esperienza viene da qualsiasi tipo di ballo tradizionale. […].Come al Savoy il ballo crea un ponte sulle divisioni culturali e mostra che ciò che abbiamo in comune è molto più grande delle nostre differenze

Da Swing Baby Swing” di Norma Miller, pg. 103.

giovedì 6 luglio 2017

L'hipster, il social dance e le balere

Io non so cos’è un “hipster”. So solo che se penso a un hipster mi viene in mente il bianco. E’ tutto.
Non so neanche bene perché questo “social dance” è un termine parimenti di moda e cosa c’entri con gli “hipster”.
E non so neanche bene la differenza tra retrò, vintage e revival, sempre che stabilire differenze sia ancora permesso. 
So però che una sera ho incontrato in un posto che non avrei mai detto, tra persone che apprezzano il jazz, che ballano lo swing, che studiano il milanese, beh insomma in mezzo a questa storia moderna, ho incontrato  il “Micio”, seduto in prima fila con delle signore amiche sue, proprio lui, che non mi aspettavo perché sapevo che non era stato bene, e che invece è uscito ed è andato a vedere questo famoso locale milanese e mi ha chiesto di ballare, a me...Paola, ciao Paola, a me che non l'ho riconosciuto, io che parlo tanto di cultura del ballo. Distratta da cosa? Nulla, ho dato troppo poco.


Trenta ore per la vita, Giancarlo Gatti  (detto il Micio) e Lilli Cremonesi - Fotografia in Sala Venezia, credit Antonio di Canito


C’è un mondo di trentenni e un mondo di ottantenni che si rincorrono, l'uno caccia via  l’altro, l'uno rincorre l’altro.
Dove? Nelle sale da ballo per esempio, nelle balere. Perché?  Non lo so e non voglio saperlo, troppo complicato; sono tante le definizioni e mille sono i mondi estranei e che per lo più continuano a rimanere estranei nonostante questo "social vintage di tendenza".


So solo che anche se lo swing è diventato una “follia” collettiva, se il passato è diventato una ossessione,  se l’individualismo mette a dura prova il ballo sociale, anche se  la cultura geme, tutto quello che vuoi, nonostante tutto questo e di più, so solo che se si balla fa meno male dappertutto. Quindi viva tutte le balere del mondo. Arrosticini compresi.

giovedì 29 giugno 2017

Lo swing liquido: cambio di scena

Swing Crash in Italia rappresenta "Il Festival".

E' doveroso andare per chi come me vuole annusare la scena... tanta gente, super le band, bravi i ballerini, bello lo show; principianti e curiosi con la bocca aperta e pieni di buone intenzioni per il prossimo anno, un po' di scarsa attenzione per la musica e i musicisti... in generale, bella atmosfera, per lo meno dal mio punto di vista, e tutto più o meno uguale.

Tutto, tutto però no, anzi direi che c'è stata una cosa che mi ha proprio colpito, una novità bella e buona.

Al Minns e Leon James, Jazz Dancer (1951), ⒸClemens Kalischer



Era da un po' che questa novità mi ronzava intorno e che avevo già assaggiato a Torino nel 2015 vedendo a Manuel Micheli partecipare a un Jack and Jill, e qui ho trovato la vera differenza.

Mi spiego.



Lindy Hop at the New York World's Fair, 1939




Anni fa quando ho cominciato a studiare questo ballo eravamo veramente in pochi a Milano. Io mi esercitavo con una bastone con le rotelle; è da non credere, ma mi ero veramente costruita una scopa con le ruote, le avevo messo anche la faccia e le braccia a molla, insomma, immaginate un po'.

La foto completa non ce l'ho, ma queste sono le ruote! Il progetto è del mio amico Italo. 


Oltre alla scopa, giravo per questi festival infiniti, cercando di capire e chiaramente facevo entrambi i ruoli, leader, che è chi conduce e follower, che è chi segue.

Non era facile. Ma non tanto per lo studio, quanto perché alle serate quando invitavo le signorine cool, tutte infiocchettate per l'occasione, ecco, sì magari accettavano, ma l'entusiasmo era tutto diverso se le invitava un cavaliere.

Questa cosa era un po' avvilente.

Ora a Swing Crash, per rompere il ghiacchio ho passato i "cancelli", (consiglio: sempre rompere subito il ghiaccio appena arrivate, mai fermarsi a guardare gli altri!) e ho chiesto di ballare a una ragazza in attesa. 

Scena cambiata totalmente! Era strafelice di ballare con me, e la gente intorno o meglio fuori dal "recinto" stracontenta di vederci ballare, intendo due ragazze, o dame, insomma ci hanno fotografato e tutto e così via.

Mi dico, forse perché dopo tanti sforzi ho imparato a ballare da leader.
Ma non penso sia così. 
E infatti la scena continua: quando mi sono trovata un posticino tranquillo su una panchina, (proprio vicino a una signora che sventagliava, che bello!), davanti a me chi vedo? Ben due coppie di ragazzi che ballavano assieme.




E allora ho capito.
Ecco la nuova tendenza del momento, che ci sta con il rifiuto delle appartenenze, che collima con le origini del nostro ballo e la filosofia del jazz e che tanto dice sui mondi virtuali e i suoi virus.

La coppia omo è diventata di moda.

Ragazze e ragazzi, datemi retta, lo swing liquido va alla grande, se volete essere la crème de la crème iscrivetevi nel ruolo inverso!

mercoledì 21 giugno 2017

Diversi modi di vedere la scena

Credit Antonio di Canito

Alla nostra di Festa di Fine Anno avevo invitato tutti.
Ed erano venuti tutti e dopo aver mangiato e dopo aver applaudito l'applaudibile, siamo andati felici fuori al fresco a ballare; e sembrava tutto a posto, ma invece no, non avevamo visto bene, perché il nostro socio e musicista Guido Bianchini a un certo punto ha smesso di suonare, ha guardato il pubblico (di ballerini) e ha detto:
"insomma, siamo qui in terra in mezzo a voi, non c'è neanche il palco in questo posto, stiamo suonando sulla pista... io ve lo dico, se volete che suoniamo, l'energia che vi diamo, noi (musicisti) ve la chiediamo indietro!!"
Eh sì, perché presi dalla nostra bella festa e nonostante nostro Galateo fresco fresco di proiezione, (mannaggia!) noi ballerini i musicisti non li stavamo proprio vedendo!



Lucy's Pie Tiny Orchestra 

Festa di Fine Stagione di Nonsolocharleston

Credit Antonio di Canito

(PS... tra l'altro non facciamo inispettire i musicisti trattandoli come juke box perché ho scoperto che hanno tanti strumenti per ribattere, come troncare la musica all'improvviso, renderla infinita, accellerarla...)


E poi, è stata la mia volta ad essere l'ospite e alle tre del pomeriggio, eccomi scendere dalla 90 e trotterellare nel caldo di Milano verso il Circolo Bentivoglio, dalla maestra Margy Arroni per l'annuale saggio di ballo dei Non Vedenti. Prove, seggiole spostate, cambi d'abito, e avanti e indietro. 
E qui per capire che erano tutti contenti ho dovuto sforzarmi di non guardare come chi ci vede,  ma accettare a occhi chiusi i bastoni, gli inciampi e le torte, con Margy e Paolo che si davano un gran da fare, e i ragazzi volontari, e le vecchiette gentili e la Presidentessa grande e grossa (spropositata con gli occhiali scuri e le perle che continuava a urlare "Bravi, bravissimi") e tutto sembrava andare proprio bene anche se non c'era poprio nulla di veramente speciale da "vedere". 





Performance di ballo Circolo Nonvedenti Bentivoglio - Milano

E la sera, la stessa domenica, ho terminato la giornata pedalando sulla mia bici, tutta fiera nei miei calzoni nuovi che la mia sarta cinese, che è magica, mi aveva appena consegnato svegliandomi a metà del mio riposino (domenica!, ma lei lavora sempre) e così ben vestita sono andata, dopo tanto che non partecipavo,  al raduno del SAC (che è un ritrovo di swing illegale milanese) organizzato dai ragazzi del SAC (storici) all'Arco della Pace con l'eccezionale presenza della musica dal vivo (La banda di Raffaele Kohler Swing più ... più...). 



Mi sembrava proprio che tutti fossero felici anche se il giorno dopo mentre raccontavo come era stato bello la mia allieva ha detto che lei veramente aveva fatto da gran tappezzeria perché con la luce aveva paura che la vedessero muovere i primi passi!E anche qui tutto bene, bello bello, festoso, comunitario, pieno di "ciao ciao che bello trovarti qui...", e scambi di opinioni con persone interessanti, e un sacco di gentilezza e cose da bere.

In effetti anche io tra un bicchierino e l'altro e il mio carattere irritabile probabilmente mi ero persa la scena ... indispettita dal muro di braccia alzate, forti e dure, che spuntavano dalle schiene e terminavano con un cellulare, lì ferme in un cerchio impenetrabile, a proteggere la jam dei musicisti per riservarla alle condivisioni virtuali.
E così non mi sono guardata intorno.